Raccolta differenziata anche per i rifiuti tessili | dal 1 gennaio 2022

Condividiamo questo post di Matteo Ward, co-founder di Wrad Living e Fashion Revolution Italia, sulla raccolta differenziata dei rifiuti tessili.

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“Dal 1 Gen è obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. L’obiettivo del dlgs 116/2020 è quello di ridurre la quantità di vestiti che finisce in discarica per abbassare l’impatto ambientale del settore. In Italia il 5.7% degli scarti indifferenziati sono vestiti.

Cosa cambia per noi? Tutti i nostri rifiuti tessili dovranno essere destinati a punti di raccolta dedicati. E i comuni, a questo punto, dovrebbero essere già attrezzati e organizzati per gestirne il recupero o smaltimento.

Cosa cambia a livello ambientale? Reputo questa legge significativa ma credo che da sola possa fare ben poco. Se l’obiettivo è ridurre la quantità di vestiti che finiscono in discarica dovremmo infatti adottare soluzioni sistemiche che lavorano soprattutto a monte del problema e non solo a valle.

Da sola questa legge si pone come un medico che cerca curare i sintomi di una malattia non preoccupandosi della sua origine. Non incentiva nè a ridurre la quantità di ciò che siamo indotti a consumare (e scartare) nè a migliorare la qualità di quello che viene prodotto (che ne determina poi la concreta possibilità di riutilizzo e riciclo) – le cause primarie del problema.

Per massimizzare l’efficacia del decreto proporrei politiche integrative, di natura socio-economica, mirate al perseguimento dei seguenti obiettivi:

1. Regolamentare l’uso dei materiali per eliminare capi non durevoli e non riciclabili (ad oggi il 67% dei capi in commercio NON è riciclabile. Delle 300 ton. di vestiti che arrivano in Coop. Insieme a Vicenza solo il 20% riesce ad essere ricapitalizzato);
2. Incentivare business model etici e funzionali a contrastare l’imperativo della crescita produttiva costante;
3. Incentivare tecnologie per migliorare la capacità di riciclo delle fibre senza comprometterne la qualità;
4. Monitorare il mercato dell’usato e contrastare le esportazioni non funzionali al reale soddisfacimento di bisogni di terzi;
5. Punire marketing fuorviante;
6. Formare ed incentivare i cittadini ad allungare la vita dei capi.

La raccolta differenziata è un mezzo. Non la destinazione. Un enorme grazie a tutte le cooperative che fanno tutto questo da sole!

#challengethestatusquo